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Interessante è anche la rappresentazione dei sistemi di trasporto estivo ed invernale. Sempre a Padola, sul torrente omonimo, sono visibili la "stua", diga in muratura, con portelloni in legno, usata per raccogliere l'acqua e far fluitare il legname a valle, e nelle vicinanze un mulino e una segheria.
Scendendo verso Lozzo di Cadore, importante centro di produzione degli occhiali, lungo il Rio Rin si possono osservare ancora alcuni opifici a forza idraulica, tra cui il mulino dei Baldovin con "il pesta orzo" in pietra, il mulino dei Loda e dei Bianco e una fucina. Sono visibili all'esterno i resti delle canalizzazioni in legno. Proseguendo per Calalzo, con la vecchia fabbrica di occhiali Safilo e un mulino sul Rio Molinà, si raggiunge Lagole, sito di ritrovamenti paleoveneti, oggi conservati al Museo archeologico paleoveneto di Pieve di Cadore.
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Rollat, maschera del Carnevale sappadino (1995) | Matazins dei carnevali del Comelico (1995) |
Il lago artificiale, pur avendo cancellato le grotte e i laghetti esistenti, contribuisce al fascino di questo luogo che evoca leggende inquietanti sulle Anguane/Longane. Queste creature acquatiche bellissime e vestite di bianco eleggono a dimora grotte, sorgenti, anfratti rocciosi, laghetti e possono anche sposarsi con gli uomini e generare figli con loro. Tuttavia l'unione è destinata a fallire perché il marito infrange il patto stipulato coli l'Anguana, mettendone in luce la diversità (piede caprino, abitudini anomale). Numerosi sono i toponimi in tutto il Bellunese che testimoniano queste presenze (Crep dele Longane a Deppo di Domegge, Peron dele Anguane a Lozzo, Cogol dele Vane a Cullogne di Cesiomaggiore, ecc.).
Giunti a Tai di Cadore, si sale verso la Valle d'Ampezzo. A San Vito, prima dell'avvento del turismo, una delle risorse economiche principali era la pastorizia; nel Museo delle tradizioni popolari, ospitato nell'ex latteria di Resinego, oggetti e documenti testimoniano l'importanza di questa attività: dalla gestione dei pascoli collettivi secondo le norme rigidamente stabilite dal sistema regoliero, alle tecniche di allevamento bovino e ovino, alla lavorazione del latte, alla trasformazione della lana. Particolarmente interessanti i contenitori in pietra per il burro fuso e i carri dei pompieri volontari usati nei frequenti incendi che distruggevano fienili e abitazioni in legno.